• A come Agricoltura

    agerMolti i contributi, tutti propositivi, che sono stati raccolti martedì mattina alla Casa della Città durante il seminario promosso dall’amministrazione comunale e che costituisce parte integrante del percorso partecipativo verso il nuovo Piano Strutturale. Tra questi quello della Confederazione Italiana Agricoltori di Lucca che ha insistito sulla necessità di rendere protagonista dei nuovi strumenti urbanistici il territorio rurale. Studi affidati dal Comune alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per citare uno dei tanti dati sui quali riflettere, hanno rilevato che le aree di agricoltura periurbana, alcune in stato di abbandono, interessano l’11,11% della Piana.

    Oggi, quando purtroppo molti buoi sono già scappati, l’atteggiamento è più rispettoso e prudente e queste aree nel nuovo Piano Strutturale saranno oggetto di attenta valutazione, così come del resto prevede la nuova legge regionale (pdl 282) definendo regole diverse per il territorio urbanizzato da quello che non lo è: il vasto territorio rurale.

    Le corti per esempio dovranno essere snodi fondamentali per la valorizzazione del suolo coltivabile, che può spaziare anche sull’esempio di esperienze come l’agricoltura urbana, i progetti di agricivismo, i parchi urbani di Ferrara, il Bosco in città di Milano solo per citarne alcune. Molte funzioni ne sarebbero investite: sociale, didattica, culturale, ricreativa, terapeutica, ecologica.

    Pensiamo concretamente al territorio rurale esteso alle aree della Piana di Lucca, “dalle colline alle colline”, da sud a nord, attraverso l’innesto dell’acquedotto del Nottolini con il centro storico, fino al parco del fiume Serchio: questa diversità di luoghi dovrà portare a valutare proposte di piano capaci di rispondere alla diversità di domande che provengono da contesti agricoli così variegati, cercando di capirne le esigenze, le realtà produttive in essere e potenziali. Tenendo conto che un contesto agrario esteso migliora la connessione con le aree urbane in un nuovo rapporto tra città e campagna, nel rafforzamento del legame culturale tra sistema insediativo e patrimonio rurale, anche attraverso infrastrutture a basso impatto come itinerari ciclabili, sentieri, percorsi pedonali. E lungo questi nuovi itinerari, recuperando antiche strade poderali, sarebbe possibile attivare anche una filiera virtuosa, con vendita diretta dei prodotti agricoli. Inoltre il percorso della Francigena verso Lucca, che percorreva in origine la via Romana in mezzo ai campi coltivati, potrebbe trovare una valida alternativa al percorso attuale innervando i cunei agricoli con sistemi di mobilità lenta. Il nuovo Piano Strutturale quindi sarà occasione per restituire e attribuire funzioni a questo sistema complesso che merita davvero particolare attenzione. Per questo il Comune di Lucca prenderà anche in considerazione i dati raccolti da un’indagine in corso dell’Università di Pisa, aperta ai cittadini interessati tramite dedicata piattaforma web, sulla riconnessione campagna-città di questo territorio e sulla valorizzazione degli spazi aperti. Accogliamo quindi volentieri l’invito della Conferderazione Italiana Agricoltori, perché ne condividiamo a pieno obiettivi e proposte che vogliamo a breve concretizzare.

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