• Della responsabilità di sognare: la nuova Manifattura

    Le associazioni ambientaliste, che dichiarano di lasciare i sogni agli adolescenti, intervengono solerti nel dibattito sul futuro della ex manifattura e sembrano più intente all’offesa dell’amministrazione che alla difesa del territorio.

    L’adolescenza è una fase complicata della vita e i sogni di quell’età possono fare brutti scherzi. Ma noi, ahimè, che l’abbiamo superata abbondantemente, siamo convinti che la capacità di sognare non debba mai essere persa soprattutto da chi fa politica perché solo immaginando, solo osando vedere quello che oggi non c’è, o che non è ancora terminato, è possibile determinare quel cambiamento che tutti, a parole, auspichiamo.

    Lo sanno bene i giovani di Fridays for future ed Earth strike quando scendono in piazza per la giustizia ambientale. Senza un minimo di immaginazione è difficile amministrare e affrontare un esercizio così complesso come il recupero di “sua maestà” la manifattura.

    Certo è più facile dedicarsi alla denigrazione che alle iniziative sul e per il territorio. Ogni posizione è lecita, ma per queste associazioni ogni atto dell’amministrazione Tambellini sarebbe “illegittimo” o “fuori legge”. Anche in passato le stesse parole sono state riservate al Piano Strutturale che, ovviamente, fuori legge non è affatto

    Riguardo alla modalità di intervento  sulla manifattura, bene tutelato, non vi sono preclusioni all’applicazione dell’istituto della finanza di progetto e comunque qualsiasi intervento dovrà avere autorizzazione della Soprintendenza. Capiamo che possa non piacere aver impiegato risorse economiche per una significazione (diffida) con poco significato, punto-punto già controbattuta dall’amministrazione. 

    Invece, aver approvato la variante per concedere alla manifattura sud possibilità di recupero reale è un fatto concreto. Ogni discussione, ogni proposta anche fantasiosa potrà partire da lì. Prima era solo esercizio retorico, detto anche chiacchiericcio

    Eppure si insiste nel citare ipse dixit già superati dai fatti, nel tentativo, peraltro frustrato, di cogliere questa amministrazione con le mani nella marmellata. Quindi stupisce un po’ che tutti si dichiarino favorevoli al recupero: nei giorni pari forse, perché nei giorni dispari leggiamo inesattezze e tentativi di creare confusione informativa o peggio di alimentare sospetti che mettono in dubbio la correttezza, anche etica, delle istituzioni

    Ma non stiamo qui a ribattere a tentativi di denigrazione che delineano soltanto chi li fa: rispondiamo perché fare chiarezza è un dovere
    Per questo tocca precisare che l’osservazione alla variante che le associazioni ambientaliste, prese dalla solita smania inquisitoria nel ricostruire i passaggi, definiscono come inizialmente respinta, in realtà era stata fin dall’inizio parzialmente accolta dall’amministrazione, così come illustrato in commissione urbanistica. 

    La variante poi non entra nelle procedure di project, che verranno prese in esame se l’amministrazione deciderà, in ordine alla presenza di interesse pubblico nella proposta, per il recupero dell’area. La strumentale confusione tra variante e project, molto in voga da mesi trova, nelle parole delle associazioni l’ennesima conferma.

    E poiché si è responsabili di ciò che si dice e non di quello che gli altri capiscono, dopo aver dato le opportune spiegazioni in più sedi, adesso ci fermiamo. Il vortice delle incomprensioni non serve e non intendiamo alimentarlo, anche per non svilire l’importanza dell’operazione alla quale stiamo lavorando, in trasparenza, nel solo interesse della città. Consapevoli di essere chiamati a fare il possibile per consegnare a Lucca il nuovo quartiere della manifattura che, per la prima volta nella sua lunga storia, sarà spazio aperto all’accesso di tutti.

    Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.