• Riusciamo a dipanare la politica dell’improvvisazione (ché non è jazz)?

    Lo Schermo (che ringrazio) mi cita come “pioniera” dell’argomento (l’opportunità di spostare il padiglione di Lucca Games dagli spalti delle Mura), ma ricordo che anche il quotidiano Il Tirreno anni fa sollevò la questione. Perché ci piaccia o no (erba di casa mia o meno come spesso si ironizza) esiste un vincolo e la soluzione di occupare l’ex campo Balilla era ed è momentanea. Poi si sa il momentaneo diviene perenne per tanti troppi motivi e per tanti troppi intrecci il più delle volte indipanabili.
    Comunque quella nota, con la quale esprimevo un pensiero per molti banale e infantile ed inutile, ebbe una miriade di commenti, critiche e proposte a dimostrare che l’argomento è sentito, che il problema sussiste e non scaturiva soltanto dalle fisime di una “quarantenne insoddisfatta”.

    Ebbi a scrivere: “Io, una soluzione preconfezionata in tasca non ce l’ho (…) non appartenendo alla categoria dei “tuttologi” potrei anche dire delle sciocchezze che certo si unirebbero alle altre migliaia che ogni giorno vanno ad aumentare l’entropia dell’universo, ma visto che molti sono gli amanti dei Comics e ai lucchesi non manca certo la creatività, perché non aprire un confronto sull’argomento?”

    L’assessore alla cultura Bandoni e LC&G srl, senz’altro stimolati anche dai tanti e variegati commenti Lo Schermo, organizzarono, nel marzo 2011, un incontro. Incontro che si rivelò comunque positivo come positivo fu l’esito della manifestazione che seguì, che poi è l’ultima. A memoria non mi pare che seguirono altri incontri sul tema, forse anche perché abbiamo avuto una lunga campagna elettorale che ha visto il cambio della guida della città. Un cambio dicevamo. Ma si sa, i cambiamenti per palesarsi necessitano di un tempo fisiologico. La prossima edizione è alle porte, che possiamo fare? C’è il tempo per studiare un’alternativa? L’ex sindaco Favilla dichiarò che l’amministrazione stava studiando, cercando, vagliando altre soluzioni. Ma in quale cassetto saranno?

    A differenza di molti cittadini (più o meno addentro all’argomento, più o meno interessanti all’evento in quanto tale, più o meno sensibili a quanto spenderanno i visitatori, più o meno preoccupati perché abitanti del centro ecc.) la verità in tasca continuo a non averla. Anche perché una verità, in questo caso, presupporrebbe uno studio organico della questione dato che, oltre al problema degli spalti del monumento, sussistono tutta una serie di annessi: economici, finanziari, sociali, culturali, urbanistici, architettonici, ambientali, di comunicazione, di scienze del turismo e dell’accoglienza, etc. come scrive anche l’architetto Marchetti, che aggiunge: “Magari ci fossero a Lucca Istituzioni in grado di fornire cotanti contributi agli Amministratori intesi alla pratica del Buon Governo, in ciò sostenute da Enti e Fondazioni statutariamente disposti a patrocinare le iniziative e gli interventi che favoriscano lo sviluppo e la trasformazione della città e del territorio e la valorizzazione del suo patrimonio di beni culturali”.
    E poi aggiunge: “Forse, a guardare bene, queste Istituzioni, queste Fondazioni, questi Enti ci sono ed hanno anche meriti e risorse di elevato livello.”

    E se questi organismi ci sono, siano resi palesi… Vediamo se son gli stessi che penso io!

    E allora perché non utilizzare una parte di queste risorse di elevato livello per affrontare la questione?
    È bello e interessante leggere tutto quello che si dice e si propone, si fa e disfa in relazione al problema. Ma non possiamo continuare con l’improvvisazione che, se è interessante quando è musica, lo è molto meno quando viene utilizzata per dipanare la politica, perché i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti. La superficialità, l’improvvisazione, la mancanza di programmazione se giova a qualcuno danneggia i più talvolta in modo irreversibile. E la nostra città che è organismo complesso non merita la cialtroneria, la superficialità. Le “vetero malignità politiche” ci hanno regalato questo, una città fuori dalle Mura (la maiuscola è d’obbligo) scordata, scollegata, disordinata, pericolosa, oltremisura cementificata, senza identità (laddove c’era abbiamo fatto di tutto per cancellarla) e con pochi servizi. Le fosse “stracolmano” del senno di poi. Ma le decisioni non prese, le proroghe perennizzate e l’ego espanso di questo o quel politico di turno a questo ci hanno portato. Allora ben venga un tavolo (che non sia solo un piano s quattro gambi) unico di elaborazione che unisca l’eccellenza che in città esiste il che non vuol dire escludere dal dibattito i cittadini, ma almeno si parta da dati certi, neutri, scientifici (si può dire?) e che al centro della questione ci sia la città, tutta, e subitissimo dopo i Comics.

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