• Urbanistica, la bella addormentata di Lucca

    La Regione Toscana ha stoppato il Piano operativo di Pietrasanta. Quanta differenza in pochi chilometri! Il Piano operativo di Lucca, a differenza di quello di Pietrasanta, ebbe il bollino verde da tutti gli enti e dopo il cambio di amministrazione è sempre lì che aspetta. A Lucca capoluogo, infatti, non sono le irregolarità tecniche, o i grossi errori, che ne hanno bloccato l’iter di approvazione, ma la politica. Verrebbe da dire una politica miope, indecisa, confusa, incapace in un anno intero di convocare una commissione che avesse per oggetto il Piano regolatore della città. Lo strumento che ne regola lo sviluppo, che decide dove, quando, come, se e quanto è possibile operare sul territorio. Regole chiare per le aziende, per i privati e anche per i progetti portati avanti dal Comune stesso. E ci chiediamo dove siano finiti tutti coloro, tanti, che ne auspicavano l’approvazione: cittadini, professionisti, imprenditori.

    Pietrasanta e Lucca quindi per motivi diversi sono nel medesimo stato: lo stallo. Uno stallo, a Lucca, lungo oltre dodici mesi. Un non saper dove mettere le mani che sta diventando pericoloso. Abbiamo sentito solo critiche per nulla costruttive su uno strumento, il Piano operativo di Lucca, che certamente non era stato “stoppato” dalla Regione in fase di adozione, avvenuta ormai quasi due anni fa. Un Piano che è sempre lì che aspetta di vedere discusse le osservazioni: le richieste, le precisazioni dei cittadini, molte delle quali avrebbero visto accoglimento e che avrebbero migliorato lo strumento funzionale per la gestione della città. Contemporaneamente ci sarebbe stato il nuovo Regolamento edilizio e anche il quadro normativo sarebbe stato aggiornato, migliorato, messo in funzione. E invece? A coloro che non fanno parte della maggioranza non è dato sapere nulla, se non i buoni propositi dell’amministrazione scritti nel documento di programmazione dell’ente (Dup). Dove, dopo le dichiarazioni farneticanti fatte durante la campagna elettorale e quelle demolitorie espresse dal consigliere architetto delegato al Piano operativo, si legge l’ovvio, cioè che il Piano verrà approvato dopo aver esaminato le osservazioni (sic!). E che scoperta, che grande novità!

    E allora viene spontaneo chiedersi quale sia stato il contributo della “lista dei civili”, che senza l’apparentamento con quella dei “difensori della città”, non sarebbe stata in grado di esprimere nemmeno un consigliere, nonostante la lista brillasse di professionisti che per mesi e mesi avevano denigrato e pontificato su tutto aggiudicandosi addirittura il “merito” di aver fermato la riqualificazione della Manifattura. Punti di vista ovviamente. Comunque sia, merito o demerito che sia, così come in quella storia, anche adesso all’interno dell’amministrazione il ruolo dei “civili” pare proprio quello di comparse. D’altronde, nonostante la candidatura, i big della lista non sono riusciti a raggiungere le preferenze necessarie per fare ingresso nel Consiglio comunale. Peccato, perché da coloro che hanno criticato aspramente la precedente amministrazione e suggerito tante soluzioni ai problemi di gestione della città ci saremmo aspettati di più, una boccata di fantasia, creatività, un peso specifico diverso riguardo alle decisioni dell’amministrazione. Certo, siamo sempre in tempo.

    Comunque in questi 14 mesi l’urbanistica è divenuta una bella addormentata che necessita di un principe azzurro per risvegliarsi e magari della presenza assidua di un assessore per mantenersi in vita. Vediamo se il concorso deciso settimane fa per creare un settore ad hoc sull’argomento e che si occupi di recuperare il tempo perso ci donerà un principe azzurro-dirigente all’altezza del compito e che aiuti l’ente a uscire dal lunghissimo impasse che sta danneggiando tutta la città.

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